Cultura
Federico Fellini, i sogni e le donne. Una retrospettiva a Bratislava
Bratislava celebra Federico Fellini grazie a una collaborazione tra l’Istituto Italiano di Cultura e la Cineteca nazionale slovacca. Tra il 27 novembre e il 1° dicembre 2013 – leggiamo su Buongiornoslovacchia - si terrà al Kino Lumiére una retrospettiva dedicata ad alcuni dei suoi indimenticabili film, preceduta da un concerto delle leggendarie musiche scritte proprio per le opere di Fellini dal compositore Nino Rota.
Fellini è stato vignettista satirico, sceneggiatore e solo in seguito anche regista. Nato a Rimini nel 1920, giunge nella capitale proprio per inseguire i suoi sogni, prima fra i quali la collaborazione con la rivista satirica “Marc’Aurelio”, ma rimarrà sempre legato a doppio filo alla sua terra d’origine, alla quale saranno ispirate alcune delle sue storie e molti personaggi. Debutta alla regia nel 1952 con “Lo sceicco bianco”, protagonista Alberto Sordi. Poi in rapida sequenza “I vitelloni”, “La strada”, “Il bidone” e “Le notti di Cabiria”, tutti memorabili. Tre anni di attesa, e nel 1960 esce “La dolce vita”, un capolavoro. Altri tre anni e, dopo il godibilissimo episodio “Le tentazioni del dottor Antonio” del film collettivo Boccaccio ’70, esce “8 ½“, acclamatissimo, un altro capolavoro, premio Oscar, il suo terzo; Fellini è al massimo della carriera, tutti lo adorano, gli americani ne vanno matti, è ormai una star. Potrebbe anche mettersi in pensione, e invece continua, e per molti altri anni rimane l’idolo di un vasto pubblico mondiale, anche se con risultati alterni ma con picchi di altissima creatività quali “Amarcord”, “La città delle donne”, “Ginger e Fred” e “La voce della luna”, il suo testamento.
Già famosissimo, e in qualche modo rappresentante “ufficiale” della Roma godereccia e decadente degli anni Sessanta, Fellini si concede anche ad altri registi in brevi camei, come all’Ettore Scola di “C’eravamo tanto amati” o al Sordi del “Il tassinaro”. Noto per i suoi accurati disegni di scena e i taccuini di appunti, si divertì a fare anche lo scenografo e il costumista nel suo “Casanova”.