Vie dell'est
settimanale d'informazione dell'europa centrale e orientale
Attualità
Romania - 20 marzo 2014Torna all'indice →

In Romania infuria la polemica sulla fecondazione assistita, per il Psd “è roba da ricchi”

Mentre la riforma della Sanità romena è ai box in attesa di trovare finanziamenti per l'ambizioso programma di rilancio, si apre una nuova polemica che rimbalza tra Bucarest e Bruxelles a colpi di tweet e dichiarazioni politico-religiose. Al centro del dibattito la fecondazione assistita, non più finanziata dal servizio sanitario nazionale in Romania, dove però esistono molte cliniche che offrono la procedura, a prezzi abbordabili per gli occidentali, alle coppie straniere. Morale: la procreazione è roba da ricchi. Attori della querelle la figlia del presidente Basescu, Elena, eurodeputata e neomamma, e la deputata Psd Lucretia Rosca, segretario della commissione per la Salute e la famiglia. A sollevare l’argomento è stata la Rosca che, interrogata sul tema della fecondazione assistita come materia da sostenere con fondi statali, ha dichiarato: “Un bambino è un dono di Dio. Conoscete quel detto romeno: “Chi ce l'ha, si prenda cura di lui. Chi non lo ha, non lo desideri”. Il sistema sanitario e il budget pubblico sono così risicati che non possono coprire anche questo”. Parole che hanno fatto infuriare Elena Basescu, nota anche come Eba, che sul suo profilo Twitter, ha gridato la sua indignazione: “Un bambino è una benedizione. E, a mio avviso, il completamento di una donna. Da questo punto di vista, sentire un deputato Psd, ironia della sorte anche donna, che dice queste cose, è la prova di una stupidità e insensibilità degna di un bruto”. Eba ha rilanciato il tema della fecondazione assistita anche sul fronte demografico e patriottico. In Romania, infatti, il tasso di natalità cala costantemente dal 1989, ovvero dalla caduta del regime di Ceaucescu e dalla successiva legalizzazione dell’aborto, passando da una media di tre figli per ogni donna a 1,3: uno dei più bassi dell'Ue. Con questa tendenza, l'Istituto nazionale di statistica stima che entro il 2050 la popolazione romena passerà dai circa 19 milioni di oggi a solo 14 milioni di persone. “Anno dopo anno, la Romania perde decine di migliaia di persone - ha scritto Elena Basescu - quindi questo atteggiamento è solo un segno di mancanza di patriottismo e di mancata comprensione delle priorità nazionali. Se Ponta e il suo governo vogliono fare il bene della Romania dovrebbero stanziare i fondi per i programmi che sono stati sospesi nuovamente nel 2013 per le donne che non riescono a rimanere incinta in modo tradizionale. È un interesse vitale nazionale, non un lusso o un capriccio, non importa quello di cui ci vogliono convincere i tromboni del Psd”, è stata la stoccata finale dell’eurodeputata, le cui immagini in dolce dolce attesa e con neonata tra le braccia hanno riempito per mesi i tabloid. Di tutt'altro avviso la deputata Rosca: “In nessuna parte del mondo l'infertilità è considerata una malattia. Neanche secondo l'Oms - ha ribattuto intervistata sulle reti tv dopo l'inizio della polemica - ; l'infertilità è una condizione fisica che può dare complicanze e diventare malattia, ma non è una malattia nel senso classico”. In Romania una coppia su sei non riesce a concepire naturalmente. Il programma di sostegno della procreazione assistita del Servizio sanitario nazionale è stato sospeso all'inizio del 2013: fino ad allora in due anni lo stato aveva stanziato 1,3 milioni di euro contribuendo alla nascita di 300 bambini in provetta. Il sistema prevedeva che ogni coppia potesse accedere gratuitamente al primo tentativo di impianto, sia presso ospedali pubblici che cliniche private. Attualmente, invece, le coppie che vogliono fare ricorso alla fecondazione in vitro in Romania devono sobbarcarsi l'intero costo, circa 4-5.000 euro in media, perché la procedura non è stata inserita nel Fondo di sostegno 2014-2015, e questo nonostante dal 2008 esista una raccomandazione del Parlamento europeo che invita gli Stati membri a garantire il diritto di accesso universale al trattamento per l'infertilità.