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Polonia - 03 settembre 2014Torna all'indice →

Varsavia celebra i 70 anni dall'insurrezione

Il primo agosto 1944, alle 17, chiamata ora "W" dalla lettera iniziale della parola “wybuch” (scoppio), i polacchi riprendono apertamente in mano le armi contro i nazisti per riconquistare la capitale Varsavia, in quella che è l'insurrezione più eroica e drammatica registrata nella storia contemporanea: il sacrificio di circa diecimila militari dell'Armia Krajowa, sui 50mila schierati, e di circa 200mila civili, oltre alla città rasa al suolo per l'84% della sua estensione, è il simbolo della lotta contro i totalitarismi, da una parte quello nazista, obiettivo militare della rivolta, dall'altra quello comunista, già attivo nei territori liberati e sovietizzati dall'esercito di Stalin, obiettivo politico dell'operazione “Burza” (tempesta). Alla fine sembra che nessuno dei due obiettivi sia stato raggiunto, ma nonostante che la decisione di far scoppiare la rivolta sia ancora oggi oggetto di dibattiti e polemiche tra storici e non, è sentimento comune della popolazione che quello scatto d'orgoglio e quell'ennesimo martirio abbia comunque influito in maniera indelebile sulle coscienze delle generazioni che poi hanno contrastato e sopraffatto il regime comunista, contribuendo in maniera decisiva anche alla disgregazione dell'Unione Sovietica. La reazione di Hitler alla rivolta fu quella di ordinare ai suoi di radere al suolo la città e massacrare tutta la popolazione, come monito per altri che avessero avuto l'idea di ribellarsi contro i nazisti: i tedeschi furono protagonisti di massacri a ripetizione sulla popolazione inerme, accanendosi anche sugli ospedali. La ferocia nazista ebbe l'effetto boomerang sui polacchi che offrirono ancora una volta una prova di resistenza strenua e oltre ogni limite immaginabile, tanto da costringere gli avversari, una volta firmata la capitolazione dopo 63 giorni di combattimenti, a rendere l'onore delle armi agli sconfitti. Nell’insuccesso della rivolta ebbe un ruolo anche la posizione dell’Urss, che bollò l'insurrezione come "reazionaria" e si rifiutò di avanzare per conquistare la città, negando agli alleati anche l'accesso agli aeroporti per rifornire i mezzi che volavano da Brindisi per lanciare armi, viveri e munizioni. Saranno almeno 3.400 i reduci provenienti da tutte le parti del mondo, che si riuniranno a Varsavia in occasione delle celebrazioni per il 70/o anniversario dell'insurrezione: tra le iniziative in programma ci sono mostre, concerti, messe commemorative.